Miei Carissimi Milanesi,
quest’oggi vi proponiamo un’esterna in cui Fabio Ranfi, assieme a ospiti più che preparati, cerca di spiegare l’importanza del Canale Villoresi, un canale irriguo realizzato nel 1884 e lungo oltre 84 chilometri, per l’agricoltura lombarda – soprattutto in un periodo di intensa crisi idrica come quello che stiamo vivendo.
Il presidente del Consorzio Villoresi, Alessandro Folli, va subito al cuore del problema: nonostante l’acqua che scorre nel Canale sembri essere abbastanza profonda, lunedì mattina all’altezza di Parabiago esso conteneva solo 12 metri cubi d’acqua, un quarto della portata di competenza in condizioni normali.
Nonostante la ridotta portata d’acqua, il Canale si è rivelato essere una struttura indispensabile per la sopravvivenza dell’agricoltura lombarda, anche se la produzione stimata per quest’anno sembra essere solo il 70% della produzione media annuale.
Le cause di questo successo sono da ricercare in due caratteristiche del Villoresi, una strutturale e una gestionale: impermeabilizzazione e bacinizzazione.
Il progetto di impermeabilizzazione del fondale del Villoresi è stato elaborato circa un anno fa e i lavori sono stati compiuti in tempi record, e all’epoca avevano sollevato numerose critiche sia in relazione all’ingente investimento di denaro pubblico, che per i millantati pericoli per la salute che l’operazione avrebbe comportato. In realtà, l’impermeabilizzazione dei corsi d’acqua irrigui è una pratica altamente diffusa in Europa, e consiste nell’utilizzo di materiali d’avanguardia e perfettamente sicuri per la salute non solo umana, ma anche della fauna ittica e, più in generale, dell’ecosistema; i vantaggi che questa tecnica comporta sono molteplici, prima tra tutti la minimizzazione della perdita di acqua attraverso il fondale.
Spieghiamo meglio: come illustra nel dettaglio la direttrice del Consorzio Villoresi, Valeria Chinaglia, l’acqua che filtra attraverso il fondale di canali non impermeabilizzati non è persa, ma va ad alimentare la faglia, da cui poi viene attinta l’acqua irrigabile in zone adiacenti al corso d’acqua. Questo metodo è quello utilizzato per l’irrigazione che utilizza l’acqua dei Navigli, corso d’acqua inizialmente non irriguo e anzi, come suggerisce il nome, utilizzato per la navigazione e il trasporto di merci.
Ciononostante, la differenza tra la capacità di irrigazione per litro d’acqua utilizzato tra i due corsi d’acqua parla da sé: grazie all’impermeabilizzazione, il Canale Villoresi, rispetto ai Navigli, ha permesso l’irrigazione della stessa estensione di terreno con un considerevole risparmio d’acqua; una differenza di circa il 30% del consumo medio stimato.
Il confronto tra Canale Villoresi e Navigli è ancora più evidente se si va ad analizzare la seconda caratteristica che ha fatto la differenza per la sopravvivenza delle colture in questo periodo, ovvero la bacinizzazione. Essendo nato come canale irriguo, il Canale Villoresi presenta un sistema di chiuse che permettono il reindirizzamento dei flussi d’acqua.
Il presidente Folli riporta che al momento la zona che riceve il volume maggiore di acqua dal Villoresi è quella a nord, poiché proprio in questi giorni il mais lì coltivato dovrebbe giungere a maturazione. Avvenuto il raccolto, l’acqua sarà spostata verso sud, per portare a completamento il processo di maturazione del riso.
In chiusura, Claudio Sartore, che lavora da ben 36 come tecnico preposto alle attività della Macroarea Nord del Canale Villoresi, sottolinea la caratteristica di straordinarietà della siccità che ha colpito la Lombardia quest’anno. Nonostante le temperature torride siano una realtà con cui abbiamo dovuto fare i conti da diversi anni a questa parte, la siccità iniziava a manifestarsi soltanto tra fine giugno e inizio luglio; quest’anno, nonostante lo stato di emergenza sia ufficialmente iniziato il 13 giugno, la portata del Villoresi era sotto il livello ottimale già a partire da metà maggio.
Miei Carissimi Milanesi, le parole di Sartore sembrano proprio suggerire che, per i prossimi anni, sia meglio prepararsi per il peggio e sperare nel meglio – l’Amministrazione Regionale e il Governo Italiano saranno dello stesso avviso? Staremo a vedere. Noi nel frattempo speriamo di essere riusciti a comunicarvi l’importanza di questa magnifica opera d’ingegneria idraulica, che da sola ha letteralmente ribaltato le sorti di gran parte dell’agricoltura lombarda.
Non perdetevi la prossima puntata del programma, che andrà in onda, sempre alle 19:30, lunedì 25 luglio – l’ultima prima della nostra pausa estiva nel mese di agosto. Nel frattempo, non dimenticatevi di seguire dalVivo, il nostro quotidiano di informazione trasparente e locale, in onda ogni giorno dalle 18:00.