Miei carissimi Milanesi,
quest’oggi, ancora una volta, andiamo a presentarvi due esempi di cittadini impegnati a fare del bene per la città, o nel più piccolo, ma non meno significativamente, per il quartiere in cui vivono.
In studio, Roberto Castelli, vicepresidente dell’associazione “Cittadini per l’aria”, presenta i risultati di un esperimento condotto con la collaborazione di alcuni studenti universitari milanesi. L’obiettivo era quello di stabilire se i dati ufficiali sui livelli del particolato nell’aria pubblicati dalle istituzioni fossero davvero attendibili.
L’esperimento consisteva nella raccolta di residui dal tubo di scappamento di automobili e motociclette parcheggiate in varie aree della città; questo perché, generalmente, vetture con filtri antiparticolato di ultima generazione e mantenuti funzionanti dovrebbero avere tubi di scappamento relativamente puliti.
I risultati hanno mostrato un’immagine ben diversa da quella prospettata dai dati ufficiali. Su un totale di oltre 5000 rilevazioni, infatti, il 45% dei fazzoletti era indiscutibilmente nero, e questo non era compatibile con i livelli di particolato contenuti nei report emessi dalla Regione.
La discrepanza tra i due metodi di rilevazione è da ricercarsi anche nel posizionamento delle centraline che misurano la qualità dell’aria. L’inquinamento atmosferico è infatti un fenomeno altamente localizzato: la presenza di spazi verdi, anche di estensione contenuta, determina una flessione significativa dei livelli di pm2.5, pm10 e addirittura di NO2, alcuni degli inquinanti più insidiosi per la salute.
D’altronde, l’associazione “Cittadini per l’aria” non si aspettava risultati diversi da quelli ottenuti; già prima della pandemia, infatti, un esperimento simile condotto per misurare i livelli di biossido di azoto a livello capillare aveva dimostrato il carattere di estrema localizzazione dell’inquinamento atmosferico.
L’associazione “Cittadini per l’aria”, quindi, continuerà la sua battaglia affinché la tutela dell’ambiente, e in particolare la qualità dell’aria, non sia più trattata come un mero strumento al servizio della politica. Tra le battaglie portate avanti dall’associazione ricordiamo il ritorno dell’Area B a un regime di controllo effettivo degli inquinanti; un disincentivo all’uso dell’automobile; infine, l’imposizione di un limite della velocità a 30 km/h su tutto il territorio cittadino.
Per maggiori informazioni sugli esperimenti condotti dall’associazione e sulle battaglie portate avanti, vi invitiamo a visitare il sito web.
La seconda testimonianza, in collegamento da Città Studi, è quella di Mirna Begnini, del gruppo “Amici di Largo Murani“, che ci porta sul luogo del presidio in difesa dei murales del “Gruppo Aerostatico” che ha avuto luogo questa sera, e di cui la nostra redazione si è dedicata nell’ambito della trasmissione Dal Vivo.
Dalle parole di Mirna si evince un forte attaccamento al vissuto del quartiere, ma si può anche trarre una preziosa lezione: Milano è una città pluristratificata, retaggio di quartieri che oggi non esistono più, e che contiene al suo interno gli embrioni di quartieri che potranno sorgere un domani. Eppure, Milano è anche una città ricca di storia, così inestricabilmente intrecciata nel paesaggio urbano da costituire in alcuni casi un ecosistema estremamente delicato.
Le città evolvono e si trasformano, ma i cittadini di Largo Murani sostengono che quando la trasformazione può avvenire senza andare a rovinare la storia e l’essenza di un quartiere, il risultato è un beneficio per tutti.
Carissimi Milanesi, vi ringraziamo per averci seguito anche oggi. Come sempre, la rubrica ritornerà mercoledì, ma potete trovare tutte le puntate qui.