Baggio nasce come antico insediamento che risale all’epoca longobarda e presenta attualmente chiese e corti, circoli e caffè, librerie e parchi, offrendo così tesori artistici inaspettati e aree verdi frequentate da una società civile particolarmente viva.
Baggio deve la sua fortuna ad Anselmo da Baggio che diviene Papa con il nome di Alessandro II nel 1061 entrando sin da subito in conflitto con l’impero.
A lui oggi è intitolata la principale parrocchia del quartiere.
Una volta divenuto comune a sé stante mantiene nel tempo una propria autonomia e amministrazione locale, fino a quando il 14 dicembre 1923 viene annesso al comune di Milano insieme ad altri ben 11 comuni: Affori, Niguarda, Crescenzago, Lambrate, Chiaravalle Milanese, Gorla, Greco Milanese, Musocco, Trenno e Vigentino.
Nonostante la distanza dal centro cittadino e una certa predisposizione a raccontare queste vie come periferiche e degradate la vita di Baggio continua e sfata molti miti dello storytelling legato alla periferia milanese: ne sono una testimonianza la presenza della Croce Verde Baggio, con sede nell’antico municipio, e dello storico giornale il Diciotto, che racconta la realtà Baggese già da primi anni ’80.
La storica Chiesetta di Baggio, collocata poco più avanti dell’antica sede del giornale Il Diciotto e restaurata più volte, resiste persino all’invasione di Federico Barbarossa nel 1162 e ancora oggi ospita da parecchi anni i concerti di musica dell’associazione Primavera di Baggio.
A questa chiesa è legata la celebre storia dell’organo di Baggio che sarebbe stato dipinto sulla parete poiché allora le finanze non erano sufficienti a pagare lo strumento musicale. Da qui nasce anche il detto milanese “Vai a Baggio a suonare l’organo” per indicare qualcosa impossibile da realizzare (o un modo carino di mandarti a quel paese).
Allontanandosi dalla chiesa e proseguendo lungo la strada si giunge all’allora Monastero degli Olivetani, oggi sede del Municipio 8 e della polizia locale.
A pochi passi da lì si arriva infine alla nuova sede dello storico giornale il Diciotto, che mantiene viva la storia del quartiere, importante da conoscere in modo da non permettere al luogo di essere privo di identità.
A Baggio si ha l’impressione di uscire dalla città di Milano, quasi improvvisamente tutto cambia: le vie si fanno più strette, le insegne dei negozi richiamano il nome della professione del titolare e non un brand, le persone non camminano velocemente e se possono si fermano a scambiare qualche parola.
Qui si ha uno stile di vita completamente diverso, ma non per questo da considerare sbagliato o obsoleto, al contrario dovrebbe portare a riflettere sulla vita troppo frenetica di oggi, che a lungo andare ci rende anonimi e privi di consapevolezza delle proprie origini.