Focus Periferie- La Storia e le storie degli antichi borghi milanesi

Continua l’impegno di Milano AllNews e di Consulta Periferie Milano per far (ri)scoprire gli Antichi Comuni milanesi agli abitanti della città.

In questa puntata, Fabio Ranfi (in via del tutto eccezionale) e Walter Cherubini sono affiancati da Edo Bricchetti, esperto di storia meneghina, consulente scientifico e referente per i paesaggi culturali della Rete degli Ecomusei, e autore di La storia e le storie degli antichi borghi milanesi, edito da Edizioni Meravigli.

Come abbiamo avuto modo di vedere settimana scorsa, la narrazione della cosiddetta cultura di periferia è complessa: non si può parlare di una cultura meneghina a tutto tondo, ma al contempo non si può nemmeno parlare di una cultura di periferia contrapposta alla cultura della città, in quanto la periferia che noi conosciamo è in realtà frutto dell’annessione degli Antichi Comuni che, fino al 1923, si ergevano a fare una cinta attorno alla Milano.

Quest’oggi vogliamo andare oltre, e capire se anche il paesaggio urbano rivela elementi che possono lasciar intendere che quel particolare scorcio della città non sia propriamente milanese.

Edo Bricchetti, nel suo libro, presenta molteplici esempi in cui questo accade davvero; basti pensare a Gorla, un tempo conosciuta come la “piccola Parigi“, costellata di ville che, oggi, hanno valore storico. Ebbene, percorrendo viale Monza, una delle arterie che si dipartono da piazzale Loreto, si arriva a un punto, in corrispondenza del ponte, in cui si vede benissimo che il panorama cambia improvvisamente, tanto da “non appartenere” – quella è Gorla.

Il mantenimento delle caratteristiche di stampo urbanistico è sicuramente favorito anche da alcuni elementi del territorio; nel caso di Gorla, che abbiamo preso ad esempio, è il passaggio del Naviglio Martesana. A causa della natura e del percorso dei Navigli, infatti, non è sempre stato possibile costruire sulle loro sponde; il risultato è quello della creazione di scorci che presentano caratteristiche aliene rispetto alle loro immediate vicinanze.

In altri casi, invece, è lo stesso sviluppo urbano che ha portato al mantenimento dell’identità di un Antico Comune; gli esempi più significativi sono il quartiere di Affori, che rimane sempre un po’ scomodo da raggiungere con i mezzi di trasporto pubblico, e Quarto Cagnino, che si differenzia dagli effetti della conurbazione mediante le sue tipiche abitazioni, basse e disposte in fila lungo quella che, un tempo, era ladirettrice“, la strada che portava alla città.

Insomma, gli esempi analizzati finora basterebbero per comprendere la complessità delle periferie milanesi, un mosaico non solo urbanistico, ma anche di lingua, tradizioni e, più generalmente, cultura. Molti degli Antichi Comuni, diventati quartieri, mantengono ancora oggi questo imprinting identitario, e sono capaci di trasferirlo anche ai nuovi arrivati che vanno a risiedervi.

Questa forza attrattiva è stata rivendicata dagli Antichi Comuni soprattutto nel secondo dopoguerra, quando è diventato palese il fatto che lo sforzo di ricostruzione non avrebbe portato la tanto agognata riqualificazione delle fasce periferiche; a quello stesso momento è forse possibile ricondurre la presa di coscienza del fatto che l’amministrazione del Comune di Milano era ormai cosa “altra”, anche e soprattutto a causa della sua lontananza, incapace di tenere in considerazione le necessità delle periferie.

La rete degli ecomusei lombardi

La stessa forza attrattiva, identitaria, è facilmente rinvenibile nella rete di ecomusei lombardi, ovvero quei territori caratterizzati da elementi tradizionali che comprendono tanto il patrimonio naturalistico che quello storico e artistico. Questi spazi si configurano, secondo Bracchetti, in patti di comunità in cui prendersi cura del territorio equivale a diventare parte integrante del territorio stesso, abbracciandone cultura e tradizione.

In occasione del centenario dell’annessione degli Antichi Comuni, riscoprire queste zone di particolare interesse storico, artistico e culturale può portare a un rinnovato interesse nel vivere la città in ogni sua declinazione.

Perché Milano non ha una storia, ma partecipa di tante storie, che sono anche quelle delle periferie, che a loro volta derivano direttamente dalle tradizioni degli Antichi Comuni.

di Andrea Bonfiglio

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