Casa per la Pace Milano

In questa puntata della rubrica Focus Periferie ritroviamo un volto noto per un approfondimento sul tema della non violenza: Matilde Cesareo, responsabile della comunicazione dell’associazione Casa per la Pace di Milano, ci guida infatti lungo il percorso di interiorizzazione della “pace” e le sue tappe.

La non violenza è creare comunità, prendersene cura, accogliere chi vi arriva, e creare rete tra realtà simili.

Casa per la Pace Milano A.P.S.

L’esperienza di Matilde all’interno dell’associazione non è solo significativa, ma per molti aspetti anche esemplificativa di questi step: il suo percorso a Casa per la Pace, infatti, nasce come servizio civile, bruscamente interrotto a causa della diffusione della pandemia di Covid. Eppure, il segno che Matilde e l’associazione si sono lasciate reciprocamente ha creato i presupposti per un rapporto duraturo e proficuo.

Questa realtà opera nel quartiere di Corvetto, nella zona sud-est della città; una zona cittadina decisamente complessa, che presenta molteplici criticità. Ma, per fortuna, non mancano le iniziative volte a migliorare la qualità della vita dei residenti, anche mediante la creazione di momenti interculturali di scambio reciproco di esperienze di vita. Casa per la Pace, come ben saprete, è infatti un punto di riferimento all’interno del quartiere per tutti gli stranieri che vogliono imparare l’italiano, ma fa anche parte di una rete di associazioni attive al fine di sviluppare un senso di comunità all’interno del quartiere.

Questo obiettivo è stato perseguito anche mediante la creazione di un Patto di Collaborazione con il Comune di Milano, grazie a cui i residenti si sono impegnati, ad esempio, a ridipingere e riqualificare piazza Ferrara. Ovviamente, Casa della Pace non è stata a guardare, coordinando la realizzazione del Patto e partecipando attivamente ai progetti.

Inoltre, si inserisce in quest’ambito il centro estivo per bambini e ragazzi, un’opportunità importante, soprattutto in una metropoli come Milano che, purtroppo, spesso è manchevole di spazi dedicati ai giovani. Altre iniziative a supporto del fare e rafforzare la comunità riguardano invece la sostenibilità, il riciclo e la condivisione, come ad esempio la Stoviglioteca, che unisce queste tre grandi tematiche. Il servizio, infatti, permette a chi lo desideri di prendere in prestito delle stoviglie in occasione di eventi speciali, permettendo agli organizzatori di non ricorrere all’uso di piatti e bicchieri di plastica, ad esempio.

Non violenza non si ferma, tuttavia, ai concetti di comunità, accoglienza e creazione di rete; la pace, d’altronde, perderebbe significato se non considerata in congiunzione con il suo opposto – il conflitto. Per questo motivo Casa della Pace è attiva, non solo all’interno del quartiere di Corvetto, per promuovere la pratica della facilitazione, uno strumento utilizzato per guidare gruppi nella presa di decisioni, e quindi paragonabile alla mediazione, pur non avendo implicazioni di tipo giuridico.

A completamento dell’offerta dell’associazione troviamo anche dei momenti formativi, tanto di educazione che di ri-educazione. Casa per la Pace è infatti responsabile per l’insegnamento, all’interno di istituti scolastici di diverso ordine e grado, dell’educazione civica – ovviamente declinata come pratica della non violenza, anche ricorrendo alla creazione di piccole comunità costituite dai gruppi classe, un prezioso strumento per eradicare comportamenti lesivi del tessuto sociale all’interno della scuola, come il bullismo.

Non solo: l’associazione è un punto di riferimento anche per la “messa alla prova“, una forma di probation giudiziale che consiste, in caso di reati minori e su richiesta dell’imputato, nella sospensione del procedimento penale e il successivo svolgimento di un programma che prevede, come attività obbligatoria e gratuita, l’esecuzione di un lavoro di pubblica utilità in favore della collettività.

Casa per la Pace è questo e molto di più, e grazie a Matilde, oggi, non abbiamo soltanto imparato molto su questa realtà e su Corvetto, ma anche una lezione ben più importante: l’associazione conta solo quattro dipendenti e un numero variabile di volontari, a seconda del progetto in fase di attualizzazione. Questo non può essere altro se non testimonianza del fatto che per fare la differenza, partendo dalla piccola realtà di quartiere, può fare una grandissima differenza non solo per i residenti, ma per la società nel complesso, mediante la creazione di reti di supporto.

Dalla periferia sud-est di Milano, per oggi, è tutto. Focus Periferie tornerà settimana prossima con una nuova puntata, per mostrarvi la dinamicità e la volontà di autodeterminazione che contraddistinguono la realtà di periferia. Nel frattempo, non perdetevi altri approfondimenti direttamente dal territorio con Municipio X, in onda giovedì alle 19:30!

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