Affido Culturale

Per la maggior parte di noi andare al cinema, a teatro o fare una gita sono attività culturali che potremmo definire comuni. Se non sono i genitori a creare i momenti per collezionare esperienze culturali con i propri bambini, spesso sono i nonni o gli zii a dare la possibilità ai minori di arricchire il proprio capitale culturale. E’ facile tuttavia dimenticare tutti quei bambini che non hanno la possibilità di fare un’esperienza culturale, anche semplice, per i più vari motivi. Sono molti, infatti, i minori che non hanno mai visitato un museo o assistito a una rappresentazione a teatro. Si chiama povertà educativa.

Per contrastare con proposte concrete situazioni di povertà educativa, nasce anche a Milano l’Affido Culturale, progetto dell’Associazione Mitades. Per approfondire il tema ospitiamo in una nuova puntata di Municipio X Silvia Baldini, presidente dell’Associazione Mitades, che ci racconta come è stato avviato e come si è sviluppato questo progetto, in stretta collaborazione con il Municipio 8.

Crescere insieme nella relazione

L’associazione di Promozione Sociale Mitades nasce nel 2009 e si occupa di educazione e genitorialità in tutti gli ambiti di necessità. Il contesto di crescita di bambine e bambini costituisce per l’associazione il valore più importante. Il nome Mitades deriva dallo spagnolo e significa “metà”. Per l’associazione il nome rappresenta due metà che si incontrano e che insieme, grazie a una relazione, possono crescere insieme. 

Come combattere la povertà educativa minorile

Grazie al contributo del Municipio 8 è stato possibile portare avanti anche a Milano il progetto Affido Culturale, già attivo in quattro città italiane (Napoli, Roma, Bari e Modena). L’obiettivo è proporre soluzioni concrete alla povertà educativa minorile. Grazie a questa iniziativa, infatti, bambini che non sono abituati a fruire di opportunità culturali possono venire accompagnati da famiglie che invece sono abituate a fruirne per partecipare insieme a iniziative in corso in città. Anche se il progetto è rivolto nello specifico ai bambini, coinvolge tutta la famiglia in un’ottica inclusiva. La famiglia affidataria, infatti, continua a fruire delle opportunità culturali di cui godrebbe normalmente con la sola differenza che accompagna anche i bambini a lei affidati. Come ci racconta Silvia Baldini, nell’ambito dell’Affido Culturale: «L’unico affido che si fa è l’affidarsi alla cultura, alla bellezza e all’arte per generare piacere e condivisione nella relazione che si crea tra le persone che fruiscono insieme di questa opportunità». 

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