Che cosa vuol dire essere agricoltore oggi?

Milano, il secondo comune con più agricoltori d’Italia, riesce a nasconderli con efficacia. La città metropolitana di Milano, conosciuta per il traffico, l’innovazione, il lusso e il turismo, non è la prima città che viene in mente quando si pensa all’agricoltura e all’allevamento. L’hinterland milanese, a pochi chilometri dallo stadio San Siro racconta la storia della Fattoria Maccazzola, da ben oltre 70 anni attiva nel settore agricolo a Settimo milanese.

«Siamo contadini perché produciamo anche nei campi, siamo allevatori perché di fatto alleviamo del bestiame e siamo degli imprenditori agricoli perché le realtà agricole sono diventate delle imprese», spiega Paolo Maccazzola, agricoltore e proprietario della fattoria.

La fattoria è anche un caseificio e collabora con Latteria Soresina, tant’è che una grossa fetta della loro produzione è riservata al grana certificato DOP in Pianura Padana; un’altra parte di produzione, invece, è impiegata nella vendita diretta in quanto la fattoria non è nella solita campagna isolata che ci si può immaginare ma è situata in stretto contatto con la città.

Ma la fattoria conta anche 80 ettari di campi dove si coltiva fieno e mais, riso e sorgo. Vengono utilizzati, per la gestione dei campi, irrigazione e tutto ciò che concerne questa fetta del lavoro, elementi di tecnologia ed innovazione, tipici dell’agricoltura moderna.

Lavorare come agricoltore oggi, infatti, è diverso dagli anni passati, la tecnologia ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di questo mestiere e sempre grazie ad essa l’imprenditoria si è avvicinata all’agricoltura riuscendosi a fondere. «Mio nonno ha fatto molta più fatica di noi per fare molto meno. […] Fare l’agricoltore è un privilegio rispetto all’idea che abbiamo dell’agricoltura», afferma Paolo.


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