Banco Alimentare della Lombardia- Il ponte della solidarietà
Oggi 30 luglio 2019 noi di GoodMorning Milano siamo a Muggiò per scoprire come funziona il Banco Alimentare della Lombardia.
Dopo esser entrati nella struttura saliamo verso gli uffici dove incontriamo Marco Magnelli, il direttore inizia a raccontarci l’origine e la mission legate a questa realtà. L’associazione Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati” Onlus nasce nel 1989 e fa parte della Rete Banco Alimentare. Quest’ultima comprende 21 organizzazioni distribuite sul territorio nazionale.
Scopo del Banco Alimentare è la raccolta del cibo che poi verrà donato sotto forma di pasto a coloro che ne hanno bisogno. I vari alimenti giungono da 3 diversi canali: la Comunità Europea (FEAD-AGEA) che occupa il 25%, il recupero dalla Filiera Alimentare che comprende il 64% e le collette con il loro 11%. Odiernamente il Banco Alimentare della Lombardia può contare su 851 aziende donatrici di cibo. Il direttore ci racconta che rispetto al passato sta aumentando sempre di più la collaborazione e l’aiuto da parte di aziende della Filiera Alimentare, mentre in passato il grande contributo era dato dalla Comunità Europea.
L’associazione conta 1 collaboratore, 19 dipendenti e 748 volontari grazie ai quali ogni anno vengono recuperati 19.170 tonnellate di cibo, trasformate successivamente in 38,3 milioni di pasti. Quest’ultimi verranno presi da 1.182 strutture caritative che li porteranno a 215.053 persone.
È drammatico sapere che delle persone citate sopra 1 su 4 è un minore tra 0 e 15 anni, in Lombardia sono 48.443 e il 52% degli assistiti è situato all’interno dell’area metropolitana di Milano. L’aiuto offerto dal Banco Alimentare della Lombardia è universale infatti coloro che richiedono assistenza sono per metà immigrati e per metà italiani. Rimango sconcertato nel sapere che il 34,9% della richiesta è effettuata da persone comprese tra 30 e 64 anni.
Questi dati sono stati molto utili per farci capire la grandezza e la complessità che caratterizzano il Banco Alimentare della Lombardia. È il momento di scendere con il direttore verso il cuore pulsante dell’associazione: il magazzino. Rimaniamo colpiti dalla grandezza di quest’ultimo e notiamo la presenza di molte scatole di banane. Il direttore ci spiega subito che quest’ultime contengono prodotti alimentari di vario genere.
Ci spostiamo in un’altra parte del deposito dove dei volontari controllano uno per uno i prodotti presenti nelle scatole precedenti e selezionano quelli adatti per poi posizionarli su un rullo. A questo punto notiamo un addetto che ripara le confezioni leggermente rovinate; questa è una dimostrazione di grande rispetto nei confronti dei destinatari che riceveranno il cibo in modo dignitoso. Dopo questo step i beni alimentari vengono inscatolati tutti assieme in base alla categoria per poi essere raccolti in un lotto numerato che verrà poi preso da una determinata struttura caritativa.
Dopo circa 30 minuti concludiamo l’intervista e ringraziamo il direttore e tutto il personale incontrato all’interno della struttura. Complessità ed efficienza sono gli aggettivi che meglio designano questa realtà che ogni giorno si impegna per riuscire ad offrire un pasto a coloro che economicamente non ne hanno la possibilità.
A fine giornata non posso che riflettere sull’indifferenza con la quale quotidianamente sprechiamo o addirittura ci lamentiamo del cibo che possediamo. L’amarezza legata alla situazione di povertà assoluta e non che molte persone vivono quotidianamente viene alleggerita grazie alla presenza di associazioni, tra cui il Banco Alimentare, che ogni giorno permettono a molte persone di andare avanti.
Nicolai Pietro D’Angelo