#MilanoConnessa: persone oltre lo schermo
Sempre più persone lavorano in ambito digital.
Ma che cosa vuol dire, esattamente, lavorare nel digital?
Scopriamolo insieme a Elena Galimberti, fondatrice e organizzatrice del gruppo Facelook: dal virtuale al reale.
Ciao Elena, grazie per aver accettato di raccontare la community Facelook ai lettori di Milano AllNews.
Cominciamo con una domanda semplice da porre, ma complessa a cui rispondere.
Chi siete e di che cosa parlate quando vi incontrate?
Mi chiamo Elena Galimberti e circa un anno fa ho pensato che mi sarebbe piaciuto conoscere nella vita reale i contatti di Facebook (gravitanti su Milano tendenzialmente) e farne un’occasione di scambio.
Ho allora creato il gruppo Facelook: dal virtuale al reale e l’ho lanciato sulla mia home.
Al primo incontro eravamo una quarantina di persone.
Volevo provare a “vivere” le amicizie nate sui social e soprattutto, in un tempo in cui si parla molto di rete, volevo provare a farla davvero guardandoci negli occhi e parlandoci.
Durante gli incontri ognuno si presenta, nel caso ci siano nuovi membri, dicendo brevemente chi sono, e soprattutto raccontando le proprie passioni. Si ascoltano e condividono idee creando connessioni e nuovi spunti creativi o collaborazioni imprevedibili. Parliamo della città e di quello che vorremmo migliorare insieme.
Dove e come si svolgono di solito i vostri incontri?
Tendenzialmente l’idea era di incontrarci una volta al mese ma non sempre ci riusciamo e ogni volta è in un posto diverso della città così da poter dare la possibilità a tutti di avvicinarsi alla propria zona.
Sono incontri molto informali dove si beve qualcosa insieme e ci si conosce.
Quando e dove è previsto il prossimo incontro?
Il prossimo incontro avverrà lunedì 19 marzo e sarà itinerante: un viaggio in tram, da capolinea a capolinea, e ritorno.
La proposta è di prendere insieme, per chi vuole, il tram dal capolinea o, per chi preferisce, salire nelle fermate a loro più comode. Ognuno avrà un accessorio o un vestito del colore preferito (ovviamente sapete il mio) per riconoscersi.
Per conoscere tutti i dettagli e per segnare la propria partecipazione è possibile seguire direttamente l’evento su facebook qui.
Com’è nata l’idea di incontrarvi al di fuori della rete?
Sinceramente, ho sempre creduto nel potere e nella forza che i social hanno come strumento di connessione e sono convinta che scoprendo e facendo conoscere tra loro persone con una spiccata volontà positiva si può essere più forti sia individualmente che come collettività.
Credo, infatti, che insieme possiamo aiutarci e soprattutto aiutare meglio.
Le nostre professionalità sono tra le più diverse e questo rende ancora più utile lo scambio di conoscenze e la condivisione dei contatti.
Volevo ribaltare il pensiero diffuso che tanto non si cambia mai e il lamento generalizzato, i no ad ogni costo e gli atteggiamenti aggressivi. E volevo provare a rendere contagiosa la positività e la gentilezza, mostrando che i cambiamenti sono possibili.
Sono nate collaborazioni interessanti tra i membri della community?
Ogni volta noto che esistono connessioni ed affinità spontanee tra i diversi partecipanti che non si conoscevano.
Una in particolare è stata quella tra Fabio Ranfi e Francesco Facchini, che ora lavorano insieme al progetto Italian Mojo.
La vostra community è limitata alla città di Milano oppure ci sono altri incontri anche in altre parti del mondo?
Milano
E tu, di che cosa ti occupi?
Questa è una bella domanda, perché il mio percorso ha deviato molto negli ultimi 4 anni.
Io sono architetto paesaggista di formazione e ho lavorato in Portogallo per molti anni, ma dopo l’esperienza di Expo Milano 2015 mi occupo di progetti legati alla socialità e all’aggregazione, e soprattutto mi dedico alla mia più grande passione: la fotografia.
Grazie alla fotografia cerco di raccontare la bellezza di Milano, attraverso uno storytelling legato ai suoi aspetti positivi.
Perché hai deciso di coordinare la tua community? Lo fai volontariamente oppure a livello personale?
Lo faccio volontariamente perchè credo che sia utile alla città oltre che alle singole persone, che riscoprono un modo semplice di stare insieme e di vivere la socialità oltre al virtuale.
Secondo te, che cosa manca a Milano per essere veramente una città moderna?
Milano mi ha accolto 4 anni fa e l’ho trovata molto cambiata. In una direzione più moderna rispetto al passato e dove ognuno può trovare il proprio spazio di espressione e creatività.
Credo potrebbe essere ancora più inclusiva dando più spazio alla vitalità del tessuto sociale nato sulla spinta della condivisione.
Come connettersi con Facelook: dal virtuale al reale:
Prossimo evento: lunedì 19 marzo 2018